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La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin: il regalo di Enrico Ianniello all’Irpinia / 1

1. Premessa

“Siffloter”, nella lingua francese, vuol dire fischiettare; ma il fischio, il fischio in sé, può costituire esso stesso una lingua. Vi sono dei casi noti di “lingue fischiate”, oggi in gran parte studiati, che dimostrano come il suono che si emette fischiando – con l’intenzione di comunicare qualcosa – non sia solo appannaggio degli uccelli. Continue reading

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Storie del quotidiano

Tempi di ricordi. Per qualche anno, direi giovanissimo per la nostra società, sono stato editorialista presso una testata giornalistica. Gli articoli venivano pubblicati in prima pagina, di sabato. Un editore locale ne raccolse gran parte, dando vita poi ad un agevole saggio nel 2008. Del libro scrissi l’introduzione, che ho ritrovato adesso. Rileggendola oggi, devo ammettere, cambierei talune cose, seppur piccolissime. Il tempo dei ricordi, tuttavia, ha a che fare più esattamente con le letture formative citate in nota, che hanno guidato  – sì, guidato – gli articoli di allora, di quasi 15 anni fa, aiutando l’interpretazione degli “eventi” resi di volta in volta oggetto di considerazione. Pur prescindendo da questi ultimi e dai fatti di cronaca collegati, ho l’impressione che l’impianto argomentativo regga tuttora. Ho pensato così di riproporre qui quell’introduzione, insieme al titolo del libro, che ne riflette – in un certo qual modo – la natura quantomeno duplice.        Continue reading

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Il contributo del Law and Literature allo studio della cultura giuridica italiana dell’Ottocento

Ecco un saggio iniziale, prima tappa di un percorso fatto di tre momenti, per continuare un dialogo interrotto con Aldo Mazzacane in merito all’applicazione del Law and Literature Movement sul terreno storico dell’Ottocento giuridico italiano. L’indimenticato Maestro, tra i primi cultori delle tendenze giusletterarie in Italia, riteneva paradossale che da noi la storia giuridica avesse rinunciato a coltivare i diversi aspetti del movimento in questione che, organizzatosi nel frattempo in termini di “scuola”, è stato lasciato al dominio pressoché esclusivo della filosofia del diritto o dei giuristi positivi. Continue reading

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Let them say. Ovvero della musica e delle sue avanguardie

Il Notturno Concertante, “nome simbolo della rinascita italiana del new prog” secondo una definizione del critico Mario Giammetti, riconosciuta e condivisa nell’ambito della letteratura musicale, ha da poco annunciato il suo settimo cd, tutto strumentale.

Pubblicato dall’etichetta Luminol Records, casa discografica milanese distante da canoni commerciali convenzionali, Let them say – questo il titolo del cd – si sposa perfettamente con la politica artistica dei suoi produttori, per i quali il progressive smette quasi di essere uno specifico genere musicale per identificarsi con un’idea ben precisa: la musica intesa come occasione di emancipazione, di sperimentazione e di contaminazione, come opportunità d’interpretare la realtà che ci circonda per poi comunicarla all’esterno, in maniera però non banale, secondo i parametri irrinunciabili del dialogo, del confronto e dello scambio di vedute. Continue reading

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Cento di questi anni!

Cento di questi anni è il titolo di un bel video-racconto realizzato da Daniela Riccardi.

Napoli, quartiere Vomero. In uno stesso parco vivono tre centenari. A bussare alla loro porta è proprio Daniela Riccardi, intenzionata a raccontare come lei sa fare – unendo cioè le competenze di giornalista, di sceneggiatrice e di documentarista – tre storie legate dalla forza dell’età, di un’età davvero importante, cui si rende omaggio in maniera delicata ed originale. In questi casi, infatti, il rischio di cadere nella banalità narrativa è sicuramente molto alto. In altre parole: trovarsi dinanzi ad un centenario e cedere alla tentazione di domandargli il segreto della longevità, dello stare bene e del mantenersi in forma, è cosa piuttosto normale, umana forse, ma al tempo stesso pure scontata e professionalmente sconveniente. Continue reading

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Carlo Gesualdo, ovvero viaggio verso l’isola che non c’è

Non sarà un caso se due autorevoli esponenti della letteratura contemporanea, Gustaw Herling e Andrea Tarabbia, dovendo immaginare un espediente narrativo per affrontare il complesso mondo di Carlo Gesualdo, abbiano deciso di utilizzare il pretesto del viaggio: il viaggio che lo stesso Herling compie alla volta di Gesualdo, l’antico feudo irpino del principe madrigalista, e il viaggio di Igor Stravinsky descritto da Tarabbia, il quale farà sì che il celebre maestro russo – visitando una libreria antiquaria di Napoli – acquisterà un strano manoscritto, dando avvio ad un bellissimo romanzo vincitore del Premio Campiello (> clicca qui). Continue reading

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Trentasei passi

Vivere chiuso dentro una stanza per quarantadue giorni. Dicono oggi: è una follia! Essere privati della libertà di uscire a piacimento. Dicono oggi: c’è da diventare matti!

E se, invece, se ne approfittasse per imparare a vedere le cose in maniera diversa, per accrescere il potere e la facoltà di essere là dove si vuole, là dove cioè non si può essere altrimenti? Continue reading

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Che il viaggio abbia inizio!

Il 25 marzo è la data indicata dagli studiosi come possibile inizio del viaggio dantesco nell’aldilà, ragione per cui essa è stata scelta dal Consiglio dei Ministri come “Dantedì”, ossia come giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.

Proprio in questo giorno, allora, ho deciso di cominciare a fare ordine tra i miei viaggi. Non i viaggi che ho materialmente compiuto. Per carità! Questi sono troppo limitati nel tempo e nello spazio, oltre che nelle motivazioni, per poter assurgere a qualche tipo di modello. Parlo piuttosto della “idea di viaggio” che mi ha fatto spesso compagnia, questo sì, avendo cercato io di non trovarmi molto distante da essa quando ho indossato i panni del turista.  Continue reading

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Vuoti di memoria

  • “Professore, grazie per avermi ricevuto a quest’ora”.
  • “Figurati, Giuseppe. Ma quale è il motivo di tanta fretta?”.
  • “La memoria”.
  • “La memoria? In che senso?”.
  • “Guardi, guardi qui professore. Noi, è vero, non ci incontriamo ormai da un po’ tempo. Credo da circa quattro anni. Nel frattempo, sa, ho avviato anche un’esperienza amministrativa. Diciamo che su questo punto non l’ho ascoltata. E ieri ho avuto tra le mani questo progetto. Legga, legga. Capisco la necessità di ottenere un finanziamento, ma con un tratto di penna si è cancellato il ricordo…”.
  • “Il ricordo di cosa?”.
  • “Di tutto ciò che è stato”.
  • “Del passato, intendi?”.

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Quante cose si apprendono da Napoli, vista allo specchio!

Se è vero, com’è vero, che la pubblicazione di un libro (di ogni libro) deve sempre vincere una sfida principale, essere innanzi tutto un buon esercizio di scrittura, Specchio napoletano di Antonio Scoppettuolo (Lastarìa Edizioni, 2018) soddisfa in pieno tale obiettivo primario. Centodiciotto pagine di convincente letteratura, infatti, accompagnano il lettore tra i “vicoli” di sette storie, più due riportate in appendice; storie di amore e di adii, così recita il sottotitolo del libro; storie, ancora, ambientate a Napoli o che con Napoli fanno i conti, come le narrazioni in presa diretta di Fulvio Tessitore e di Luca De Filippo: in verità, due eleganti dialoghi che – riportati appunto in conclusione di libro, a mo’ di appendice – hanno due importanti meriti. Continue reading