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Karima firma “Il viaggio di Frida e Dario”

Ho conosciuto Karima come tanti in Italia, a seguito cioè delle sue partecipazioni televisive, in un crescendo tra l’altro di talento. Quando la vidi sul palco di Sanremo, accanto a Burt Bacharach, bastò un attimo per capire l’importante salto artistico nel mondo delle collaborazioni internazionali.

Chi, poi, segue l’evolversi del panorama musicale che ha caratterizzato determinati anni della propria vita, della propria giovinezza, ritrovandosi dinanzi a personaggi che hanno fatto parte di un immaginario individuale o collettivo, non può che certificare la strada nel frattempo compiuta da quei medesimi personaggi. Karima, ad esempio, l’ho vista aprire i concerti di Whitney Houston, Simply Red, Anastacia, John Legend. Ma fu all’Umbria Jazz di qualche anno fa che le attribuii personalmente un “ruolo” fisso ed inamovibile. L’organizzazione, infatti, presentò Karima come ambasciatrice musicale dell’Italia nel mondo e lei ha conservato inalterato nel tempo siffatto incarico, dimostrando di esserne all’altezza, perché tra le voci più interessanti del jazz, del soul, del blues, del gospel. Con una marcia in più, bisognerebbe aggiungere, in quanto le “benefiche contaminazioni” hanno da sempre rappresentato un punto fisso della sua carriera. Quando dico da sempre, intendo dire dall’infanzia.

Di padre algerino, Karima ha respirato le atmosfere più intense del Mediterraneo, mantenendo con queste un rapporto di osmosi, sospeso quasi tra sogno e speranza. La storia di Karima bambina e della sua relazione con il papà, una relazione più volte recisa e riscostruita per i molteplici casi della vita, fino al distacco definitivo sancito da un destino incontrollabile, è intrisa di una tenerezza infinita. Ed è la ragione che ha indotto l’artista ad intraprendere un percorso di conoscenza interiore, per il quale la scrittura è diventata essenziale. Di qui il mio incontro con lei, un incontro di cui do conto in questo spazio, che è anche lo spazio in cui l’Editore ha deciso di dialogare con i suoi Autori delle loro opere.

La storia

Nasce, dunque, dalla penna di Karima “Il viaggio di Frida e Dario”, una favola illustrata destinata a far vibrare le corde dell’anima, com’è scritto efficacemente nella sinossi del libro, dove parole, musica e vita si intrecciano in un abbraccio fatto di pura energia.

Frida e Dario, due simpatici bambini che si sono conosciuti nel parco di una grande città, diventano amici e decidono di affrontare insieme una magnifica avventura. L’amore per la natura e un provvidenziale libro sull’Africa schiudono le porte a mondi mai immaginati e ricchi di protagonisti sorprendenti: Svadhistana, una buffa e paffuta rana arancione; Manipura, tartaruga dal carapace luminosissimo perché di giallo intenso; gli Anahatha, pesci volanti dal colore verde cangiante; Vishudda, un vigoroso leone dalla folta criniera turchese; e ancora, Ajna, elefante fatto di luce disegnato dalle stelle nell’indaco della volta celeste.

Personaggi dai nomi indubbiamente curiosi, in apparenza strani, ciascuno dotato del proprio colore: essi assumono nel racconto la veste di guide sicure, sagge e affidabili; si sostituiscono a Muladhara, il gatto domestico che Frida avrebbe voluto di pelo rosso, e assistono i due piccoli viaggiatori durante il loro cammino sospeso nel tempo. Così, mano nella mano, vincendo ogni sorta di paura, Frida e Dario attraversano boschi incantati, laghi fatati, città splendenti; percorrono tutta la savana per giungere infine sulle sponde del misterioso Kundalini, un fiume dalle acque cristalline che trasporta un numero infinito e multicolore di fiori di loto. E insieme a questi, tanti piccoli Sahasrara: diamanti rari e preziosi che emergono lentamente dal cuore della terra per tingere il cielo di un magico viola.

È specchiandosi nelle acque del fiume che Frida e Dario capiranno di essere cresciuti. Sarà sufficiente uno sguardo per dirsi consapevoli della loro amicizia che li ha portati ad essere complici, a fidarsi l’una dell’altro, a comunicare le proprie emozioni, ad ascoltare la voce del silenzio, fino a comprendere il valore immenso della verità, là dove ogni meta coincide con la partenza, ogni traguardo con la riscoperta delle radici, in un vortice impetuoso di pura energia: l’abbraccio rassicurante che Frida e Dario sanno di potersi concedere sotto lo sguardo amorevole e materno di mille lune africane. 

Realtà o finzione?

Ma il viaggio di Frida e Dario è un viaggio del tutto immaginario, frutto cioè solo della fantasia, oppure è un viaggio reale?

A dire il vero, un po’ l’uno e un po’ l’altro, come lo sono tutti i percorsi interiori di scoperta e di conoscenza, fatti per educare lo spirito alle difficoltà del mondo!

D’altra parte le parole che l’Autrice utilizza per nominare i singoli personaggi della sua storia sono tutte tratte dall’antico sanscrito e corrispondono ai cosiddetti chakra: i centri energetici del corpo umano che lo yoga, ad esempio, come pure altre pratiche ascetiche e meditative utilizzano per il raggiungimento di un completo benessere fisico e psichico.

Volendo allora spiegare i nomi dei personaggi, potremmo dire che Muladhara in sanscrito significa “radice”, Svadhisthana invece “dolce”; Manipura viene tradotto in “città del gioiello”; se Anahata è il chakra del cuore, Vishuddha è quello della gola e significa “puro”; Ajna vuol dire essenzialmente “conoscere”, mentre Sahasrara ha il valore letterale di “mille volte”.

Basterebbe forse solo questo per suggerire che le 7 tappe del viaggio di Frida e Dario corrispondono ad altrettante “prove di capacità”: la capacità di partire da casa per riscoprire le proprie radici altrove, nella loro essenza, dopo aver imparato però a provare emozioni, ad avere fiducia in se stessi e negli altri, ad esprimere un amore puro ed incondizionato, a comunicare senza timore quanto solitamente è racchiuso in un’interiorità senza limiti né confini. L’obiettivo da raggiungere è un’aspirazione che trascende veramente il tempo e lo spazio: percepire la realtà più profonda dell’esistenza, avere una visione della vita nella sua interezza, cogliere il senso delle cose anche dal lato spirituale, tornando sì al punto da cui si è partiti, ma completamente rinnovati, cresciuti nel corpo e nell’anima, carichi di un’energia vitale sconosciuta prima.

Frida, Dario e… Karima

È senza dubbio così per Frida e Dario che, arrivati al traguardo, stentano quasi a riconoscersi. E accanto a loro, stenta a riconoscersi (chissà!) la medesima Autrice che ne ha raccontato la storia, a lei nient’affatto estranea. Infatti, giunti al termine della narrazione, si scopre che la terra d’origine, l’Africa, è sotto i piedi non solo di Frida, ma anche di Karima. Entrambe ne avvertono “la potenza e la forza che si conserva nelle radici e nel profumo dell’aria”.

Contenuti pedagogici e multimediali, ovvero Karima e la sua voce

Karima approda alla scrittura regalando ai bambini una storia che li aiuterà a diventare grandi e, agli adulti, un “vademecum meditativo” filtrato attraverso lo sguardo dei bambini: un proficuo scambio di punti di vista tra genitori e figli, secondo le regole più accorte della pedagogia dell’infanzia e della famiglia.

Karima dà voce a tutto ciò, consapevole del suo ruolo di mamma premurosa e di artista talentuosa.

Già impegnatasi come doppiatrice nel cartone animato “La Principessa e il ranocchio”, interpretando la parte della Principessa Tiana, Karima non ha rinunciato a trasformare Il viaggio di Frida e Dario anche in un autentico audiolibro, rendendo pertanto la sua lettura accessibile a tutti.

Non solo. Poi c’è la musica, ugualmente inconfondibile. L’albo illustrato, infatti, presenta una colonna sonora originale intitolata “Il viaggio”. Il brano, nato esclusivamente per il libro, si aggiungerà ai live di Karima.

Dolci pensieri in me” recita il primo verso della canzone, ed è forse la sintesi migliore per esprimere il candido sentimento sotteso all’intera operazione editoriale:  non è mai troppo tardi per comprendere i valori dell’amicizia, della fiducia e del rispetto reciproci, come anche dell’amore puro ed incondizionato.

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Il viaggio di Frida e Dario è pubblicato da Gesualdo Edizioni. Le illustrazioni sono di Giusy Anzovino, le musiche di Piero Frassi, la consulenza di Riccardo Ruggieri. Le audio-letture, invece, sono della stessa Karima.